Il Gargano: la luce dell'est.
Sono da poco tornato dal lavoro ed e' quasi sera ed e' tra l'altro un tardo pomeriggio afoso.
L'aria e' appiccicaticcia e non si riesce quasi a respirare.
Squilla il telefono: e' Sabrina, che si trova per una vacanza di due settimane a Vieste, sul Gargano, in Puglia.
"Paolo, come stai?"
"Bene".
"Ti telefono per dirti se vuoi venire un paio di giorni da me, sul Gargano, a Vieste. Si sta una favola. C'e' un mare molto bello e l'albergo, il Ponte, e' molto ospitale.Se vuoi te lo prenoto...".
Cotta e mangiata, tutto prenotato, non c'e' che da prendere il pullman da Roma Tiburtina.".
Il nostro appuntamento e' a S. Michele Arcangelo, per una visita al Santuario ed alla grotta.
Parto il venerdi' mattina alle 6:15 da Roma Tiburtina e dopo un viaggio di quasi cinque ore Sabrina e le sue due figlie sono li' ad aspettarmi alla fermata di S. Michele.
Dopo i dovuti convenevoli, mi avvio verso il santuario con loro e scendiamo nei sotterranei dove sta la grotta. Spettacolo notevole, perche' e' stata inglobata una Chiesa nella grotta ed infatti assistiamo alla funzione delle 15:00.
Finita la Messa, andiamo a visitare il museo e alla nostra vista si prospettano tesori e paramenti preziosi, relativi alla storia del Santuario.
Poi facciamo una breve visita al paese, che e' contraddistinto dalle case in calce bianca, che riflettono la luce solare dell'estate, ributtandocela addosso. Fa molto caldo, ma e' un piacere visitare il paese. In cima c'e' un castello, o meglio le sue vestigia ed il luogo e' ben curato, c'e' anche un ristorante molto accogliente, ma noi, per risparmiare, mangiamo i nostri panini, che sono sempre appetitosi. Si', ci sediamo ad un bar-pizzeria, ma chiediamo solo i beveraggi.
Poi passeggiata shopping al centro del paese: c'e' una stradina in salita, che e' costellata di negozietti, che vendono sia i ricordi turistici, che i manufatti della cittadina ed andiamo a perlustrare curiosi di negozio in negozio, ma senza comprare nulla, tranne che un cubo di Rubick, per Chantal, una delle due delle figlie di Sabrina.
Si va verso la macchina di Sabrina, lasciata al posteggio della cittadina e si parte per andare a visitare Peschici.
L'itinerario non e' banale, perche' volutamente passiamo per la foresta umbra: infatti da un certo punto in poi, la strada passa in mezzo a boschi molto fitti e ci sono molte zone che diventano buie o c'e' solo luce verde filtrata attraverso il fitto fogliame, appunto per le grande densita' di alberi e conifere. E' un paesaggio da favola, sembra di stare in un altro mondo. Ad un certo punto ci fermiamo, siamo al centro di questa grande foresta, e scorgiamo una zona recintata: grande sorpresa, ci accoglie, oltre la rete, una deliziosa mandria di daini, che si dirige verso la rete stessa, per accoglierci e avere un rapporto con noi. Ci e' rimasto qualcosa da mangiare e attraverso le maglie, che non sono troppo fitte, riusciamo a fare mangiare queste delicate bestiole, che ci ricambiano con tante moine d'affetto. Ma non bisogna fermarsi, e' tempo di ripartire verso Peschici. Dopo aver percorso un'altra ventina di minuti nella foresta, riappare il cielo aperto e quindi il mare e si vedono in lontananza le prime case sempre bianche di Peschici, una perla del Gargano.
Dopo aver parcheggiato l'auto, quasi al centro della cittadina, c'immergiamo nelle tipiche passeggiate turistiche, frequentate da molta gente. Le stradine sono veramente un bijou, con i negozietti caratteristici che vendono tutte le curiosita' del luogo, dai particolari asciugamani da bagno, ai ricordini di ogni genere, costituiti talvolta, da pupazzetti, corredati da scritte di frasi ironiche.
A vedere questi negozietti, verrebbe voglia di comprare tutto o quasi, poi si fanno i conti e ci si ripensa, rimanendo col desiderio delle cose non acquistate.
Peschici e' tutta bianca e tra le case si scorgono bellissimi panorami che fanno vedere il mare e le spiagge piu' tipiche.
Tra l'altro ci sono bar e gelaterie di ogni tipo e le strade pullulano di ristorantini di ogni prezzzo.
Ormai e' quasi il tramonto del primo giorno e malinconicamente prendiamo la strada per tornare a Vieste, dove c'e' l'albergo che ospitera' anche me, oltre ai miei amici vacanzieri che mi hanno invitato a questa gita di un paio di giorni.
Quasi per sbaglio, prendiamo la litoranea e non una strada piu' diretta e non ci pentiamo della scelta: viaggiamo attorniati dalla macchia mediterranea ed i colori e gli odori sono cose da rimanere nella memoria.
Durante il tragitto, alla nostra sinistra, ovvero dalla parte del mare, si snoda una fila interminabile di campeggi, alternati a centri turistici fatti di bungalow e villette a schiera ed il tutto sommerso da una lussureggiante vegetazione.
Ma oramai non c'e' piu' il tempo di ammirare, siamo gia' a Vieste e s'intravede il famoso roccione, che e' all'ingresso della cittadina marina. Ancora qualche minuto e siamo all'albrgo Ponte, che si trova nella zona delle spiagge.
Ci aspetta una cena piu' che dignitosa, un primo, un secondo, vino, acqua minerale.
Per me c'e' un piatto di pasta al forno ed io la mangio volentieri, dopo c'e' il pesce con le patate.
Dopo, io mi preparo per andare a dormire: la stanza e' accogliente, ben arredata, e dotata di ogni comfort.C'e' aria condizionata e televisione, tanto per dire qualcosa.
Hodato la buona nottea Sabrina e le figlie, che si fermano un altro po' nel patìo, l'una per parlare con vacanzieri, le altre per giocare un altro po'.
(Paolo Carlizza)