mercoledì 22 luglio 2009

DUE GIORNI AL GARGANO


L'anno scorso sono stato con una mia collega di lavoro, Sabrina, e le sue figlie Astrid e Chantal, di 11 e 9 anni a Vieste ed abbiamo anche fatto delle escursioni in qualche zona del Gargano.
E' stata un'esperienza molto bella per me, che non conoscevo a fondo questi luoghi e ne conservero' il ricordo nel cuore.
Abbiamo alloggiato ad un paio di chilometri da Vieste, presso la zona delle spiagge ad un albergo abbastanza dignitoso, dalla spesa modica ed abbastanza confortevole: l'Hotel Ponte.
Sopra sono riportati i depliant con tutte le informazioni, per chi volesse andare.
Ve lo raccomando e poi i luoghi sono veramente splendidi. Andateci!

Il Gargano: la luce dell'est.

Corre l'anno solare 2008 e siamo agli ultimi giorni del mese di giugno.
Sono da poco tornato dal lavoro ed e' quasi sera ed e' tra l'altro un tardo pomeriggio afoso.
L'aria e' appiccicaticcia e non si riesce quasi a respirare.
Squilla il telefono: e' Sabrina, che si trova per una vacanza di due settimane a Vieste, sul Gargano, in Puglia.
"Paolo, come stai?"
"Bene".
"Ti telefono per dirti se vuoi venire un paio di giorni da me, sul Gargano, a Vieste. Si sta una favola. C'e' un mare molto bello e l'albergo, il Ponte, e' molto ospitale.Se vuoi te lo prenoto...".
Cotta e mangiata, tutto prenotato, non c'e' che da prendere il pullman da Roma Tiburtina.".
Il nostro appuntamento e' a S. Michele Arcangelo, per una visita al Santuario ed alla grotta.
Parto il venerdi' mattina alle 6:15 da Roma Tiburtina e dopo un viaggio di quasi cinque ore Sabrina e le sue due figlie sono li' ad aspettarmi alla fermata di S. Michele.
Dopo i dovuti convenevoli, mi avvio verso il santuario con loro e scendiamo nei sotterranei dove sta la grotta. Spettacolo notevole, perche' e' stata inglobata una Chiesa nella grotta ed infatti assistiamo alla funzione delle 15:00.
Finita la Messa, andiamo a visitare il museo e alla nostra vista si prospettano tesori e paramenti preziosi, relativi alla storia del Santuario.
Poi facciamo una breve visita al paese, che e' contraddistinto dalle case in calce bianca, che riflettono la luce solare dell'estate, ributtandocela addosso. Fa molto caldo, ma e' un piacere visitare il paese. In cima c'e' un castello, o meglio le sue vestigia ed il luogo e' ben curato, c'e' anche un ristorante molto accogliente, ma noi, per risparmiare, mangiamo i nostri panini, che sono sempre appetitosi. Si', ci sediamo ad un bar-pizzeria, ma chiediamo solo i beveraggi.
Poi passeggiata shopping al centro del paese: c'e' una stradina in salita, che e' costellata di negozietti, che vendono sia i ricordi turistici, che i manufatti della cittadina ed andiamo a perlustrare curiosi di negozio in negozio, ma senza comprare nulla, tranne che un cubo di Rubick, per Chantal, una delle due delle figlie di Sabrina.
Si va verso la macchina di Sabrina, lasciata al posteggio della cittadina e si parte per andare a visitare Peschici.
L'itinerario non e' banale, perche' volutamente passiamo per la foresta umbra: infatti da un certo punto in poi, la strada passa in mezzo a boschi molto fitti e ci sono molte zone che diventano buie o c'e' solo luce verde filtrata attraverso il fitto fogliame, appunto per le grande densita' di alberi e conifere. E' un paesaggio da favola, sembra di stare in un altro mondo. Ad un certo punto ci fermiamo, siamo al centro di questa grande foresta, e scorgiamo una zona recintata: grande sorpresa, ci accoglie, oltre la rete, una deliziosa mandria di daini, che si dirige verso la rete stessa, per accoglierci e avere un rapporto con noi. Ci e' rimasto qualcosa da mangiare e attraverso le maglie, che non sono troppo fitte, riusciamo a fare mangiare queste delicate bestiole, che ci ricambiano con tante moine d'affetto. Ma non bisogna fermarsi, e' tempo di ripartire verso Peschici. Dopo aver percorso un'altra ventina di minuti nella foresta, riappare il cielo aperto e quindi il mare e si vedono in lontananza le prime case sempre bianche di Peschici, una perla del Gargano.
Dopo aver parcheggiato l'auto, quasi al centro della cittadina, c'immergiamo nelle tipiche passeggiate turistiche, frequentate da molta gente. Le stradine sono veramente un bijou, con i negozietti caratteristici che vendono tutte le curiosita' del luogo, dai particolari asciugamani da bagno, ai ricordini di ogni genere, costituiti talvolta, da pupazzetti, corredati da scritte di frasi ironiche.
A vedere questi negozietti, verrebbe voglia di comprare tutto o quasi, poi si fanno i conti e ci si ripensa, rimanendo col desiderio delle cose non acquistate.
Peschici e' tutta bianca e tra le case si scorgono bellissimi panorami che fanno vedere il mare e le spiagge piu' tipiche.
Tra l'altro ci sono bar e gelaterie di ogni tipo e le strade pullulano di ristorantini di ogni prezzzo.
Ormai e' quasi il tramonto del primo giorno e malinconicamente prendiamo la strada per tornare a Vieste, dove c'e' l'albergo che ospitera' anche me, oltre ai miei amici vacanzieri che mi hanno invitato a questa gita di un paio di giorni.
Quasi per sbaglio, prendiamo la litoranea e non una strada piu' diretta e non ci pentiamo della scelta: viaggiamo attorniati dalla macchia mediterranea ed i colori e gli odori sono cose da rimanere nella memoria.
Durante il tragitto, alla nostra sinistra, ovvero dalla parte del mare, si snoda una fila interminabile di campeggi, alternati a centri turistici fatti di bungalow e villette a schiera ed il tutto sommerso da una lussureggiante vegetazione.
Ma oramai non c'e' piu' il tempo di ammirare, siamo gia' a Vieste e s'intravede il famoso roccione, che e' all'ingresso della cittadina marina. Ancora qualche minuto e siamo all'albrgo Ponte, che si trova nella zona delle spiagge.
Ci aspetta una cena piu' che dignitosa, un primo, un secondo, vino, acqua minerale.
Per me c'e' un piatto di pasta al forno ed io la mangio volentieri, dopo c'e' il pesce con le patate.
Dopo, io mi preparo per andare a dormire: la stanza e' accogliente, ben arredata, e dotata di ogni comfort.C'e' aria condizionata e televisione, tanto per dire qualcosa.
Hodato la buona nottea Sabrina e le figlie, che si fermano un altro po' nel patìo, l'una per parlare con vacanzieri, le altre per giocare un altro po'.
Sabato e' un altro giorno. E' sempre bel tempo e mi sveglio, mentre un raggio di luce solare filtrando attraverso la persiana semiaperta della finestra, colpisce il mio volto. Sono contento, perche' abbiamo programmato una gita in barca guidata alle grotte di Vieste, facendo un giro per mare che ci porta vicino a Mattinata.
Infatti dopo la colazione, un pullmino dell'organizzazione ci aspetta, per portarci al molo turistico di Vieste, dove ci aspetta il natante che ci portera' per mare. Con noi viene altra gente, che e' del nostro stesso albergo, soprattutto alcune coppie di mezza eta'.
Si parte e dopo alcuni minuti gia' si vede in lontnanza il bellissimo panorama di Vieste, con le sue bellezze turistiche e le sue case per lo piu' bianche. Cominciamo a scattare tante foto, innamorati delle bellezze dei panorami e che ci circondano. E dopo poco, ecco la prima grotta, di dimensioni abbastanza grandi, da contenere la barca a motore che ci trasporta. All'interno il colore dell'acqua del mare e' di un azzurro intenso e la schiuma assume una tonalita' di bianco sfavillante e luminoso, che fa enorme contrasto, con il colore dell'acqua del mare. Le pareti della caverna sono stratificate orizzontalmente e da li', si puo' leggere la storia geologica della deposizione dei sedimenti che compongono le stesse pareti della la grotta. La luce all'interno e' blu-verdastra e da' una sensazione inedita. Le foto si sprecano a volonta', specialmente con le figlie di Sabrina, che sono eccitate dalla contentezza di vedere cose che i loro occhi non hanno mai visto.
Il viaggio prosegue e si esplorano altre grotte, fino a che la barca non accenna a tornare indietro. Per fare prima, il natante aumenta di colpo la sua velocita' e noi passeggeri siamo inondati da possenti spuzzi d'acqua, che ci fanno una doccia continua. Gridiamo, protestiamo, ma i conduttori della barca fanno finta di non sentirci. Finalmente il ritorno al porto e siamo accomopagnati con delle auto-navette all'albergo Ponte. Ci capita un conducente, di cui non ricordo il nome che e' una macchietta ed una persona dalla parlantina incredibile, che sembra un napoletano verace: e' lo scopritore delle grotte, che durante il tragitto ci racconta in breve tempo tutta la storia delle scoperte che ha fatto e aneddoti della sua vita. Egli e' una specie di factotum o deus-ex machina del luogo ed e' invischiato in tante attivita' cittadine. In meno di un minuto, riesce a consigliarci anche con tutte le loro peculiarita' almeno dieci ristoranti locali in cui si mangia bene e si spende poco. Quest'uomo e' una macchinetta parlante, una cosa incredibile, per quanto e' capace di assordarci le orecchie, in meno di un quarto d'ora.
Per fortuna all'albergo lo lasciamo, ma lui vorrebbe ancora dirci altre cose, ma noi gli diciamo che abbiamo degli impegni immediati.
Prima di pranzo con Sabrina, facciamo un giro di ricognizione per Vieste e ne assaporiamo la bellezza delle strade, i palazzi e i monumenti.
Ma siamo quasi all'arrivederci, perche' dopo il pranzo alle 2.30 dovro' ripartire per Roma ed abbandonare questa breve e piacevole vacanza.
Mi separo momentaneamente da Sabrina, Astrid e Chantal, con un nostalgico saluto e mi dirigo al pullman di ritorno per la grande citta'.
Fortunatamente l'autobus delle Ferrovie del Gargano, che mi riporta indietro, fa un itinerario turistico notevole: ripassa per Peschici, poi per Rodi Garganico e s'immette in una stradina, che mi permette di contemplare la bellezza e la vastita' dei due laghi di Lesina e di Varano. Sono due distese d'acqua enormi, che fanno molto contrasto col paesaggio arido della zona ed in fondo ad essi si vede la vasta distesa dell'Adriatico: un colpo d'occhio non usuale. E' l'ultima gradevole visione, prima di rientrare nella monotona quotidianita' della citta'.

(Paolo Carlizza)





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