mercoledì 8 luglio 2009

Pitigliano.





Si si prende la provinciale Maremmana, magari da Albinia e si procede in direzione di Manciano, superato questo paese, che e' contraddistinto da una bellisima fortezza dominante, si arriva ai bordi di un canyon tufaceo, ricoperto da tantissima vegetazione di macchia mediterranea. Appena si arriva ai bordi di questo profondo avvallamento dalle caratteristiche aspre, all'altezza del santuario di Santa Maria delle Grazie, siamo presi dallo stupore piu' profondo: si profila davanti a noi un qualcosa che mai ci saremmo aspettato. Proprio di fronte, al bordo opposto dell'avvallamento, vediamo su un grande sperone tufaceo adagiata, come fosse incollata sulla base dei roccioni color ocra - tufo, Pitigliano, con le sue case alte che sembrano cadano a strapiombo sulla roccia.L'emozione e' indescrivibile ed il fiato rimane sospeso per qualche minuto, tanto e' inaudita la bellezza di questo panorama. La cosa che da' piu' all'occhio e' che le case siano senza soluzione di continuita' con la roccia tufacea su cui poggiano e mai una vista e' tanto strabiliante almeno in Italia.Pitigliano e' piena di monumenti interessanti, dovuti anche all'operato degli Orsini, che vi hanno governato in eta' rinascimentale. Bella la fortezza e singolare e' l'acquedotto con le sue alte arcate che vanno a posarsi verso il fondo del vallone.Suggestiva e' anche la cattedrale col famoso campanile a torre medioevale, che domina su tutta la cittadina. Pitigliano ha ospitato per lungo tempo anche una comunita' ebraica, che ha lasciato tante testimoniamze in uno dei quartieri della citta': dalla interessantissima Sinagoga, ai forni, dove si produceva pane azzimo, alle cantine dove si trattava e si conservava il vino (esse sono profonde e vanno sino giu' in fondo alla roccia, che sostiene la cittadina), i lavatoi e i kasher.Tutto qui e' suggestivo e si respira nelle vie del centro della cittadina un'atmosfera tranquilla, come se il tempo si fosse fermato ad almeno trecento anni fa: provare per credere. Per il turista esigente, vi sono anche luoghi di ritrovo, tipo trattorie e caratteristici ristoranti, dove si puo' gustare un'ottima cucina toscana ed assaggiare vini pregiati, quali quelli di Pitigliano e il Morellino di Scansano, per esempio, ed i prezzi per la maggior parte sono modici e nient'affatto esasperati. Il clima che si respira in questi locali e' generalmente quello contadino toscano, che e' stato molto rivalutato in questi ultimi decenni.
Ma non stiamo qui a parlare di Pitigliano, ma del luoghi circostanti, che si trovano soprattutto nella zona dei canyon naturali. Qui era territorio degli etruschi, di quelli piu' antichi, che proveniendo direttamente dal mare Tirreno si erano stanziati ivi: si parla addirittura del VII° secolo a.C. Costituivano una popolazione molto collegata con i Falisci o almeno s'identificavano con una diramazione di questi ( il termine "falisco" e' una storpiatura di "pelasgo" = proveniente dal mare).
Se si va nella valle tufacea adiacente a Pitigliano, si scoprono soprendendemente un certo numero di percorsi in mezzo alla macchia mediterranea, che collegano localita' vicine, tipo Sovana e Manciano, per esempio.Questi percorsi sono stati appunto creati dagli etruschi in eta' antica, scavando con il loro tipico attrezzo, l'ascia bilama e queste vie si presentano come tagliate molto strette e profonde , aventi pareti laterali alte piu' di venti metri in certi punti. Alcune di esse svolgono tracciati soprendentemente paralleli e cominicanti lateralmente tra di essi.Il motivo per cui si pensa che esistano queste "vie cave" sono tre:

- erano strade di comunicazione da una localita' all'altra.

- servivano come canali d'irrigazione per le culture della campagna circostante

- costituivano percorsi religiosi e/o misterici, che portavano alle necropoli, che erano dislocate nei dintorni.

L'ipotesi piu' attendibile e' quella di essere sempre state delle vie processionali, dove la gente andava in gruppi per rendere culto ai morti. Tant'e' vero che nel Medioevo le processioni sono continuate, in quanto sono state costruite cappelle, edicole e immagini sulle pareti laterali al percorso, dedicate ai vari santi.Un'altra particolarita' di queste vie e' che posseggono dei canali interni, per lo scorrimento dell'acqua ed in alcuni tratti presentano tracce di passaggio formate da zoccoli di asino o di cavallo.
Le vie cave piu' importanti sono quella di S. Guiseppe, che porta alla lunga da Pitigliano a Sovana, quella dei Fratenuti, forse la piu' spettacolare e quella dei Cani, che scende dalla porta Sovana di Pitigliano, fino verso il vallone tufaceo.Proprio per la spettacolarita' dei luoghi, penso che convenga fare una visita di un paio di giorni a Pitigliano e soprattutto ne vale la pena.
Come andare:
Auto da RomaAutostrada A1 fino ad Orvieto poi, da quest'uscita si passi per Castel Giorgio e Grotte di Castro, per arrivare a Pitigliano.
Autobus.Da Orbetello Scalo prendere il pulman RAMA per Pitigliano.Da Roma Saxa Rubra si prende il pullman CO.TRA.L per Viterbo, si cambia qui per Valentano e li' si prende l'autobus RAMA per Pitigliano.E' consigliabile partire la mattina presto, soprattutto, per chi va con i mezzi. Gli orari degli autobus si trovano specialmente su internet sui siti CO.TRA.L e RAMA e soprattutto per la compagnia RAMA gli orari sono affissi sulle paline delle fermate e sono precisi, perche' il servizio RAMA stesso e' abbastanza puntuale.

(Carlizza Paolo)

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